Chiesa di San Martino in Schio

Via S. Martino Schio Schio

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Lo squadrato campanile romanico di San Martino, su cui si trova la più antica campana di Schio 





La Madonna ante partum; il Volto di Cristo e la Croce benedettino stilizzata 



Secondo una certa tradizione anche le origini di San Martino andrebbero collegate alla figura e all'opera di san Prosdocimo. Qui infatti il vescovo padovano sarebbe intervenuto per distruggere un antico tempietto dedicato a divinità pagane. Un fondo di verità va riconosciuto alla leggenda, sia perché i cristiani non di rado si servirono per il loro culto di precedenti edifici pagani, sia perché furono trovate in zona sicure testimonianze di una devozione pagana nei con-fronti di divinità delle acque.

Da come oggi si presenta, la chiesa sembra databile intorno al Mille. Alcuni elementi di natura architettonica consentono tuttavia di retrodatare la costruzione al VII—VIII secolo. La zona di San Martino fu senza dubbio campo di attività materiale e spirituale dei Benedettini, che già nel sec. VIII avevano fondato in Vicenza un monastero presso l'antica basilica dei Santi Felice e Fortunato. Anche presso la chiesa di San Martino ebbe sede una piccola comunità benedettina. Forse essa abitò nei pressi di San Martino sino al XII secolo. Pur tra alterne vicende la chiesetta continuò ad essere luogo di preghiera, avendovi i Benedettini di San Felice annesso un priorato so-pravvissuto sino ad età napoleonica. «Viene la chiesa tenuta con decoro — attesta nel 1713 Giacomo Pozzòlo — essendo uffiziata da un sacerdote sotto la giurisdizione dell'abbazia dei Santi Felice e Fortunato di Vicenza, come suo membro, il quale la mantiene addobbata di paramenti ed altro che le occorre, anzi vi abita con povera, ma polita stanza un eremita coll'abito di San Benedetto». Un'iscrizione murata all'esterno informa che l'edificio ancora oggi appartiene alla famiglia Clementi. Nel maggio 1961 il crollo del baldacchino  i P.( V " sull'altare della chiesetta causò grave danno al dipinto su tavola del XV sec. raffigurante la Madonnna in trono con ai lati i Santi Sebastiano e Martino attribuibile alla scuola di Bartolomeo Montagna. Abbattuta la parete (soltanto appoggiata) tra la sacrestia e la Chiesa vennero alla luce nove affreschi di figure intere o parziali rimasti per secoli sotto uno strato di calce ed attribuibili con sicurezza allo stesso artista che aveva affrescati gli altri riquadri. I lavori di scavo dentro e fuori dell'edificio furono eseguiti a cura del pro-prietario dr. B. Clementi. 

(fonte:archivio del Duomo di Schio)